Quando, dopo aver letto questo libro, passeggerete per il centro di Milano, vedrete la città con occhi diversi: non piu la città benestante gonfia di orgoglio borghese e ricca di locali sfarzosi e teatri luccicanti, ma l'umanità brulicante dei miserabili che l'espansione economica tra fine Ottocento e inizi Novecento aveva lasciato ai margini a consumarsi in una vita di miseria senza soluzione.
Paolo Valera, socialista con simpatie anarchiche, fu il giornalista che raccontò tra fine Ottocento e inizi Novecento la Milano abbandonata dai governanti proiettati verso il futuro, con una precisione e una passione che ne fece una delle penne più audaci e temute del suo tempo.
Il bel volume edito da Mileiu solleva dall'ingiusto oblio il lavoro in cui era ingiustamente scivolato Paolo Valeva: nell'edizione curata da Nicola Erba e Massimo Berni vengono pubblicati interamente Milano sconosciuta (reportage sulla città scritto nel 1879 e aggiornato fino al 1923) e Gli scamiciati (1881), insieme a interventi di Piero Colaprico, Roberto Marelli, Marco Philopat, Matteo Speroni, Elfo, Alessandro Bertelli, Luigi Vergallo.
Nelle pagine ricorrono folgoranti ritratti di ladri, prostitute, spiantati, mendicanti, anziani senza pensione. E poi la mensa dei Cappuccini di corso Monforte, i bordelli di via san Pietro all'Orto e i “bois”, sorta di trattorie per i più disgraziati con i loro piatti a pochi soldi: roma (rostiscianna), venezia (trippa), spagnuola (patate arosto), maccherilli al sugo (pasta condita), repubblica (“guazzabuglio di carne stracotta con cipolle e pomi di terra”), nervosi (nervetti all'aceto), e poi sabaudo (barbera) e ciciliana (acqua).
Dite che in più di un secolo non è cambiato nulla?
MeglioLibri presenta il libro stasera insieme ai curatori del volume. E poi letture e musica (programma in definizione).
Ingresso libero con tessera arci
Nicola Erba e Massimo Berni (a cura di), La Milano di Paolo Valera, Milano 2016, Milieu edizioni, 336 pp., 16,50 €