“Un nome che sia vento”
è il secondo disco di Paolo Andreoni.
L’album è una riflessione su solitudine e libertà come i due lati della stessa medaglia.
Testi ed atmosfere oscillano tra rabbia e malinconia, con canzoni che allargano
l’orizzonte verso panorami meno reali, luoghi di fuga e di sogni.
Un disco d’ascolto: a metà tra la canzone d’autore e il Nulla, con chiari rimandi al
chitarrismo africano, di cui si inseguono le armonie nei quattro strumentali presenti
all’interno del disco. Un album che ha come orizzonte geografico il deserto: quello
reale, quello che appare in controluce nelle metropoli e i nostri personali deserti
quotidiani.
Il nuovo disco segue di due anni l’uscita del precedente “La Caduta delle città del
Nord” (2009), accolto favorevolmente dalla critica nazionale e ospite delle serate de
“Il Tenco ascolta “ (organizzate dal CLUB TENCO) nel 2010.
"La capacità di rimescolare le carte della tradizone nostrana - dall'Alan Sorrenti di Aria all'Alberto
Radius di Carta straccia - senza miti da idolatrare e senza padroni da servire, in nome di una
autenticità punk così battagliera e fiera da fortificarsi attraverso la proprie fragilità."
Guido Gambacorta – BlowUp
www.paoloandreoni.it