In questo album solista, distribuito da Materiali Sonori, ambienti intimi e talvolta sinfonici si alternano a stanze più aperte ed esplosive, timbri acustici (la chitarra del maestro Paolo Capodacqua e il violoncello di Lara Vecoli) si alternano ai suoni del polistrumentista Rocco Marchi, che ha realizzato gli arrangiamenti.
“Da quel che amo, da quello solo dipenderò”, dice Chisciotte nella canzone a lui – a noi – dedicata. Chisciotte incarna questa dimensione di “eroico furore” verso un altrove: da una parte combatte contro i mulini a vento – i detonatori dell'ingiustizia – contro i giganti – ovvero assalta il cielo; dall'altra combatte, nello stesso movimento, per la (sua) bellezza, Dulcinea, il suo Amore.
Ci sono, oltre all'immagine di Chisciotte, quattro figure di questo movimento di Amore e Utopia cantate in questo album: Carlo e Enrichetta Pisacane; Vittorio Arrigoni; Andrea Gallo; e la moltitudine dei migranti. E poi, le parole di poeti (Rebora, Pasolini).
"Rovelli veste le sue idee fatte canzone con un'attenzione devota, verrebbe da definirlo un vero e proprio atto d'amore nei confronti del suono, come già avveniva quando militava nei Les Anarchistes. Il ponte che lo porta dalla tradizione del cantautorato di protesta è tutt'altro che pericolante, perché nel tragitto Rovelli incontra il rock elettrico, l'acustico "da camera" con un respiro classico-sinfonico, il folk in tutte le sue evoluzioni. Per cantare cose grandi e necessarie, cose che oggi i cantautori non fanno più" (Fulvio Paloscia, La Repubblica) “Canzone d’autore declinata in mille possibilità sonore, una coralità complessa che spiazza. Forse Tutto inizia sempre è l’opera più compiutamente matura e articolata del percorso artistico di Marco Rovelli. Senza dubbio è qualcosa che non può essere ignorato”. (Giorgio Olmoti, L'isola che non c'era)
Ingresso con sottoscrizione libera e Tessera Arci