L'enorme mano di marmo distesa nel saluto fascista a cui è rimasto un solo dal titolo L.O.V.E. (Libertà, Odio, Vendetta, Eternità), avrebbe dovuto rimanere esposta solo due settimane in piazza Affari, di fronte alla Borsa. Ma, dopo lunghe polemiche e discussioni, la giunta Pisapia ne confermò la presenza e fa tutt'ora bella mostra di se di fronte al mondo della finanza.
La statua, opera di Maurizio Cattelan forse il più noto artista italiano vivente, è stata infatti interpretata come un gesto di irriverenza, ma nella realtà il suo autore non ha mai ufficialmente avvalorato questa lettura, sostendendo che il gesto era destinato “soprattutto all'immaginazione, all'immaginazione di tutti quanti, di quelli che ce l'hanno”.
D'altro canto le opere di Maurizio Catten hanno sempre avuto la capacità di stupire e inizialmente divertire, arrivando poi spesso a disturbare e a spingere alla riflessione,
Ma L.O.V.E. non è l'unica installazione di questo artista ad aver creato polemiche in città. Come non ricordare che nel 2004 espose tre bambini-manichini impiccati a un albero di Porta Ticinese: poche ore un passante sdegnato tentò la loro rimozione ferendosi lievemente e attirando l'attenzione dei media.
Nel primo incontro degi aperitivi artistici Fiorella Mattio, conservatrice dei Musei d'Arte del Castello Sforzesco, ci illustrerà L.O.V.E. di Maurizio Cattelan e il rapporto dell'artista con la città.