A Milano, quando si parla di arte contemporanea non si può tralasciare il ruolo che negli ultimi decenni ha assunto la moda.
La sua piena legittimazione avviene negli anni Ottanta, quando le passerelle meneghine vedono sfilare i grandi nomi del prêt-à-porter. Mentre Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, Krizia propongono nuove idee di donna destinate a modellare l’immaginario collettivo di una intera generazione, la consacrazione del nuovo ruolo della produzione italiana è segnata, il 5 aprile 1982, dalla copertina del settimanale americano Time dedicata a Giorgio Armani.
Nel Giorgio’s Gourgeous Style si riconoscono infatti sia le donne in carriera, simbolo della nuova corsa al consumismo, sia gli uomini in cerca di una nuova identità lontana dalle rigidità della moda tradizionale. La destrutturazione dell’abito sartoriale, introdotta dallo stilista e divenuta il simbolo di una nuova epoca, il diverso approccio alla produzione e la capacità di muoversi tra le esigenze del mercato e le intuizioni artistiche proprie dell’Alta Moda fanno di Armani l’interprete imprescindibile di una vera rivoluzione vestimentaria.
Ne parliamo stasera con Federico Pecchenini, per la Scighera Walter Scotti.
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