È ancora possibile dirci viaggiatori? È ancora possibile esperire l’emozione di un viaggio? O l’industria del turismo ha ormai monopolizzato il pianeta trasformandoci tutti in consumatori? Questa è la domanda che attraversa il testo “Turismo di massa e usura del mondo” di Rodolphe Christin, ed. Elèuthera, 2019. L’edizione originale, francese, titola “Turisme de masse et usure du monde” parafrasando “L’usage du monde”, meraviglioso diario di viaggio di Nicolas Bouvier che nel 1953 partì dalla Svizzera a bordo di una Topolino per raggiungere l'India circa due anni dopo. Come dire, appunto, la differenza tra un turista e un viaggiatore.
Senza puntare ad ambizioni così alte anche noi stasera ci interrogheremo su tale differenza e su quale spazio d’azione rimanga a tutti gli aspiranti viaggiatori. Si parlerà dunque di viaggio, di viaggi esotici e viaggi quotidiani, di distanze chilometriche e distanze mentali; si parlerà del perdersi, dello stupirsi, dell’accoglienza verso il diverso. E poiché l’incontro fa parte della rassegna la Pianta Anarchica faremo un paio di tappe presso quei pensatori libertari che tanto hanno saputo raccontare del rapporto dell’umano con il paesaggio e con la natura: il geografo Élisée Reclus, refrattario alle mappe, o l’ecologo della libertà Murray Bookchin.
Ne parliamo con Paolo Cognetti e Dino Taddei, che stasera saranno presenti in veste di viaggiatori.
Per la Scighera Chiara Catellani.
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