Da ricamatori di melodie, gli Almoraima sono del parere che fra Jazz e musica arabo andalusa ci sia una sorta di contiguità, un'eco dovuta alla pratica dell'improvvisazione. Questa rifessione è alla base del loro ultimo spettacolo “Desert Songs” nel quale i loro quattro talenti interagiscono nella ricerca di una possibile e sognante risonanza fra linguaggi e storie diverse e distanti.
Abituati a privilegiare la dimensione compositiva, hanno dunque approfondito il tema dell'improvvisazione. Per questo hanno inserito per la prima volta nell'ambito delle loro composizioni anche dei frammenti totalmente improvvisati (Taqsim) propri della tradizione araba, muovendosi con la delicatezza di un gatto.
Lungi dal voler essere un pastiche fra musiche diverse, lo spettacolo rende intera all'ascoltatore la gioia, e la fatica, dell'incontro fra culture e sensibilità diverse.
Il progetto, nato nel 2007, ruota intorno alla figura del chitarrista Massimiliano Almoraima, autore delle musiche e dei testi, formatosi a Cordoba con il maestro Paco Navarro in una delle più accreditate e riconosciute scuole di famenco in tutta la Spagna; dal 2013 studia oud (Liuto arabo) con il maestro Gad Tidhar.
Ad accompagnarlo il violista pakistano Saleem Anichini, diplomato con il massimo dei voti al conservatorio L. Cherubini di Firenze e perfezionato all'Accademia Chigiana di Siena, il bassista Matteo Resta , diplomato presso il Conservatorio Nino Rota di Monopoli e il chitarrista Giovanni Ceresoli, diplomato presso la Escuela Superior de arte flamenca di Granada.
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