Condividere parole, parole poetiche per l’esattezza, e tramite queste le immagini che suggeriscono. La Scighera propone una serata che vuole essere un momento di ascolto collettivo, e ospita tre autori che proporranno letture tratte da opere poetiche la cui matrice comune è il rapporto con la memoria.
La memoria di Salih Selimovic, originario di Bijeljina (dove è vissuto fino al 1992, per poi rifugiarsi, quando il suo Paese è stato occupato dai paramilitari serbi, in un campo profughi in Slovenia), che nella raccolta “Tempesta” (Infinito Edizioni) racconta venticinque anni di esperienze di profugo, lavoratore e padre, e lo fa attraverso una parola potente, che evoca stati quali la guerra e la pace, con tutte le loro conseguenze sulla società e sulle esistenze dei singoli. La stessa potenza appartiene ai versi di Michele Montorfano, classe 1976, che nel suo “Mnemosyne” (Lietocolle) rappresenta l’orrore dei lager nazisti, e sposta il concetto di memoria sulla linea di confine tra il bene e il male, nel punto in cui tutti siamo coinvolti, vittime e carnefici, in un evento storico da cui l’immaginario collettivo non può prescindere. Un altro confine è quello, debole, tra la memoria collettiva e quella personale, ed è quello su cui s’innestano i componimenti brevi di “Amavo (una volta) un comunista” (Lietocolle) di Antiniska Pozzi, che s’interrogano sull’eredità dei padri e sul senso della partecipazione politica, usando la parola come tentativo di resistenza alla perdita.
Coordina la serata Andrea Perin.