Ci sono dei fantasmi nel tessuto urbano a Milano, frammenti di architettura che nulla hanno della grandezza passata ma lasciano intuire quello che c'era una volta.
Il Lazzaretto, descritto anche da Manzoni nei Promessi sposi, era un edificio all'avanguardia della scienza medica quando venne realizzato a partire dal 1488. Destinato a ospitare i malati di peste, era un quadrilatero lungo 378 metri e largo 370 e occupava un'area delimitata dalle odierne via San Gregorio, via Lazzaretto, viale Vittorio Veneto e corso Buenos Aires.
Ma la storia che raccontiamo oggi non riguarda solo la vita di questo edificio, ma soprattutto cosa è successo quando la città Ottocentesca ha deciso che era un'opera superata da demolire e lottizzare per realizzare profitto. Il comune ne acquistò un pezzetto a futura memoria (ancora visibile in via San Gregorio) e ovviamente la chiesetta centrale venne risparmiata, ma la con la distruzione iniziata nella primavera 1882 molti pezzi vennero smontati e rimontati: una parte del porticato interno fu ad esempio ricostruita dalla famiglia Bagatti-Valsecchi nella propria villa di Varedo, ma altri brani si ritrovano a Milano stessa e in mezza Lombardia. Una storia dispersa ma dura a morire.
Il racconto di stasera è affidato a Luca Tosi, storico dell'arte.
--