Quello tra anarchici e carta stampata, si sa, è un rapporto storicamente di amore reciproco e indissolubile ma anche, soprattutto, necessario. Perché la convinzione e il ragionamento sono da sempre gli strumenti migliori dell'azione politica anarchica, quelli che servono per la comunicazione e la riflessione. E la carta stampata è stato per lungo tempo il veicolo migliore.
Nel corso dei decenni la produzione è stata enorme, concepita per intervenire sulla contemporaneità spesso senza sentire il bisogno della sua conservazione, spesso senza averne la possibilità: molto è stato perso, distrutto o semplicemente consumato dall'uso.
Oltre che a quelli giudiziari (evidentemente con altri scopi), le testimonianze di questa produzione sono conservate direttamente negli archivi anarchici e libertari, oltre una ventina tra Italia e Svizzera italiana. Questi luoghi, aperti e non cattedratici, da una parte costituiscono un esempio di costruzione della propria memoria e dall'altro si propongono come strumenti di lavoro, di approfondimento e di progettualità militante.
Per conoscere storia, intenzioni e progetti della conservazione e gestione della memoria, parliamo stasera con Roberto Viganò, del Centro Studi Libertari /Archivio G. Pinelli di Milano. Per la Scighera Andrea Perin.
Nel corso della serata verrà illustrato il progetto di public history dedicato a Giuseppe Pinelli e ai fatti di piazza Fontana.