Preti, padroni, militari, sbirri (o meglio “birri”): non c'è categoria d'oppressori che non sia stata attaccata, insultata, sbeffeggiata, minacciata dal canto anarchico. Spesso sguaiato e irriverente, sempre esagerato, retorico e fatalista, il canto ha sempre accompagnato gli anarchici nelle loro lotte, da quelle quotidiane contro l'oppressione del lavoro, della disuguaglianza, della povertà, a quelle contro i grandi nemici di sempre:“lo stato e la chiesa, l'ingorda borghesia...”, la “tracontante genìa” che da sempre opprime l'umanità. Ribelli, insorti, affamati, malfattori, coatti, nihilisti, pezzenti, derelitti, gli anarchici dai loro canti escono sempre con le ossa fracassate, ma sempre animati dall'incrollabile certezza che il giorno del riscatto s'appresta a sorgere....
Ai partecipanti verrano insegnati alcuni canti della tradizione anarchica e libertaria, dai grandi classici d'autore ai piccoli tesori della tradizione popolare. Accanto allo studio delle singole voci nel corso del laboratorio verranno analizzati il contesto storico e culturale che diede origine ai singoli canti. In serata gli allievi avranno modo di sperimentare quanto appreso nel corso della presentazione del libro “il canto anarchico in Italia”.
Laboratorio tenuto da Angelo Pugolotti e dalle Voci di Mezzo, con la consulenza storica di Dino Taddei.
La quota di partecipazione è di 10 euro.
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Ingresso con tessera Arci