Scrive Federico Zenoni, che presenterà il volume:
“Per scrivere questo importante e caustico saggio, Stefano Boni ha usato un 'approccio fenomenologico'.
Io, psicoeditore autodidatta, non so bene cosa voglia dire... ma ho avuto un'illuminazione vedendo mio figlio imprecare col computer nel tentativo di acquistare un biglietto on-line (e abitiamo a 20 minuti da una stazione FS!).
Stefano Boni rivolta come un calzino, fetido di miasmi organici, tutte le odierne altezzose sicurezze sulle nostre protesi "artificiali" e soprattutto ci sbatte in faccia gli effetti collaterali di questa sbronza ipertecnologica sull'ambiente, sulla capacità umana di affrontare la vita, sugli altri esseri viventi e, in definitiva, sul futuro della stessa sopravvivenza biologica sulla Terra.
Cos'è in fondo questa ansia tecnologica che ci prende?
È la nostra risposta assuefatta al consumismo e al dominio della Merce?
È un modo tutto umano di scongiurare l'eterna paura della morte?
È un paravento per nascondere la nostra bassezza morale?
Oppure, come suggerisce Stefano Boni, è un preciso progetto dei "poteri allineati (che) si sono nutriti della produzione di comodità per generare profitto e della sua vendita per generare consenso e acquiescenza" ?
Dopo aver letto questo libro guarderete i vostri tecno-gadgets con un sano turbamento...
e ancora non abbiamo affrontato la 'REGRESSIONE DELLA MANO' !!!”
Stefano Boni, Homo comfort. Il superamento tecnologico della fatica e le sue conseguenze, Elèuthera, Milano 2014, 224 pp.