Nella notte tra il 10 e l'11 gennaio 1864, con giornate così fredde da ricordare la Siberia, Michail Bakunin passa il confine sul Moncenisio ed entra in Italia, dove rimarrà per tre anni girandola in lungo e in largo. Sono anni cruciali per la costruzione dello stato unitario e il “tour” di Bakunin, già leggendario rivoluzionario, si discosta dal classico viaggio degli intellettuali europei per immergersi nel fermento di idee laiche, emancipatrici e umanitarie che agitano la penisola.
Sono anni cruciali anche per il rivoluzionario russo, che intraprenderà il passaggio definitivo dalla fase democratico-repubblicana a quella socialista-anarchica: immerso nella realtà italiana, si dedicherà a incendiare l'immaginario delle miserabili masse per fondare una società di liberi e di eguali.
I suoi scritti e il suo ruolo sono stati un po' dimenticati dalla storiografia ufficiale, ma nelle pagine dei suoi testi e delle sue lettere emergono con vigore sia le iniziative a favore dell'Internazionale, sia una lucida lettura della realtà italiana, quasi antropologica, per molti tratti ancora attuale: uso personale del potere da parte degli amministratori, strapotere della chiese, ruolo invasivo della Chiesa.
Stasera ne parliamo con il curatore del volume (edizioni Elèuthera), Lorenzo Pezzica,per la Scighera Andrea Molteni.
Ingresso libero con Tessera Arci