Se pensi che mangiare il cous cous, oppure l'ampalaya o l'okra, cibo degli immigrati insomma, sia buono e anche politicamente corretto, ormai sei fuori strada. Ma anche se sei convinto che l'unica salvezza sta nel risotto o nei maccheroni al ragù, devi ripensare il tuo menù.
L'Italia è una nazione dove l'immigrazione è sempre più presente: il futuro della cucina sarà il meticciamento, si troverà nell'incontro di sapori nuovi, avrà cittadinanza negli incroci di gusti e di ingredienti.
“Ricette scorrette. Racconti e piatti di cucina meticcia” di Andrea Perin, edizioni Elèuthera, propone dei piatti ma non è un ricettario. Di solito un libro di cucina stabilisce quali sono le regole davanti ai fornelli, ma in questo volume ogni pietanza è un atto di invenzione individuale, un sorprendente incontro di tradizioni e sapori. Attraverso trentasei interviste a stranieri e italiani si affaccia una realtà dove gli immigrati rappresentano una risorsa per innovare in maniera inaspettata le consuetudini della penisola a tavola. Sono ricette scorrette perché non si trovano sui libri di cucina, né su quelli italiani né su quelli etnici: hanno sapori imprevisti, ingredienti nuovi, gusti che contaminano la presunta correttezza delle pietanze originali.
Qui il blog collegato al libro, ricco di materiali aggiuntivi e aperto ai vostri contributi.
Alla serata sarà presente l'autore, Andrea Perin, e verranno proposti alcuni assaggi.
Ingresso libero con tessera Arci