Nei primi giorni dell'anno ci piace ricordare Fabrizio de André. Ci piace farlo cantando, e proponendo una modalità il più possibile partecipata e conviviale.
Quest'anno a sorpresa verrà a farci visita un altro grande poeta dell'anarchia: Petro Gori, autore di alcuni dei canti di lotta più amati di tutti i tempi (Addio Lugano, Stornelli d'esilio, Canto a Caserio...) del quale proprio l'8 gennaio ricorre il centenario della morte.
Due anarchici, due poeti, due sognatori. Divisi da quasi un secolo di storia, diversissimi sul piano artistico come su quello umano, ma accomunati da una tensione irriducibile verso i reietti, gli esclusi, l'”alme schiave ed avvilite” che viaggiano “in direzione ostinata e contraria”.
Fabrizio de André e Pietro Gori si sfideranno in singolar tenzone tramite due paladini terreni con i quali esploreremo affinità e divergenze di due personaggi che hanno infiammato i cuori di generazioni di ribelli. Un gioco, una sfida irriverente, un'”anticerimonia” dissacrante per non dimenticare che c'è una bella differenza tra memoria e idolatria.
Ma soprattutto per loro parleranno i canti, animati dal Gruppo di canto Popolare Voci di Mezzo, nella forma ormai consueta: testi per tutti, niente palchi, microfoni o riflettori puntati. Una cantata collettiva.
Ingresso libero con tessera