Presentazione di "Il diavolo custode" di Luigi Balocchi (Meridiano zero, 2007). Interverranno l'autore Luigi Balocchi e Atomo Tinelli.
Modera la serata Stefano Olimpi (La Scighera)
Luigi Balocchi ci racconta le gesta e lo spirito di Sante Pollastri, leggendario bandito anarchico di Novi che tra le due guerre, in buona compagnia di un manipolo di altri diseredati vagabondi, tenne in scacco i Regi carabinieri e la Surete' francese.
Frasi brevi, ritmo incalzante, uso della lingua dialettale nei dialoghi, questo romanzo sprizza energia a ogni giro di pagina, dando voce a un mondo di dannati sognatori, di fuorilegge per fame, si', ma allo stesso tempo animati da un moto di ribellione verso la societa' che li opprime negando loro la liberta' che dovrebbero invece avere cucita addosso dalla nascita al posto della pelle.
Ecco allora che il bel Santéin (Sante), assieme alla sua banda, con ingenua dedizione incarna lo spirito stirneriano: lui e' verace, non e' certo un teorico dell'anarchismo individualista ma lo incarna perche' in lui e' innato, non puo' fare altrimenti.
In un contesto di fame, miseria e poverta' assoluta, questa banda di eroi ribelli e disertori dapprima si da' al furto del carbone per scaldarsi, poi salta su e giu' dai treni tra Piemonte e Lombardia, Liguria e Francia rapinando oggetti pregiati rivenduti per pochi soldi o del tabacco, per arrivare agli assalti ai portavalori.
Una serie di avventure intense e rocambolesche ci incollano al racconto: corse a perdifiato in bicicletta sparando con mira proverbiale ai lampioni (che han rubato il perdono delle stelle), il Santéin che arriva alla visita di leva tutto nudo in pieno inverno per farsi credere matto, le feste con Barbera a profusione, gli amori intensi, l'amicizia con Girardengo, le bravate in compagnia e la morte di un compagno. E una lunga schiera di persone che lo hanno coperto, questo ladro gentiluomo che distribuiva i bottini delle rapine a chi aveva fame come lui, sostenendo anche il movimento anarchico.
Gli ambienti, le osterie, le patrie galere descritti in modo vero ci fanno respirare la loro essenza, a volte triste a volte trasudante miseria, la nebbia (la scighera, appunto) ci entra nelle ossa.
Le vicende del Santéin e della sua banda, dei diseredati della sua terra e della sua epoca: una ballata di liberta' dedicata ai ribelli di ieri e a quelli attuali.