Antonio Canova è stato tra fine Settecento e inizio Ottocento lo scultore più famoso e più richiesto d’Europa. Soprannominato il “nuovo Fidia”, seppe come pochi altri incarnare lo spirito della tendenza culturale denominata neoclassicismo, estraendo l'essenza, l'atteggiamento psicologico e mentale ritenuto tipico dell'artista dell'età classica.
Ma a Milano le sue opere si contano sulle dita di una mano.
Ci pensano due mostre, aperte in città in questi mesi, a colmare questa lacuna con l'esposizione di decine di sue opere che arrivano da tutto il mondo.
Canova. I volti ideali, allestita alle Galleria d’Arte Moderna, è dedicata a una serie di raffigurazioni femminili di personaggi ideali che ebbero immediata fortuna tra i contemporanei, sia tra la committenza che tra la critica dell’epoca. Lui stesso li chiamò “teste ideali”.
Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, negli spazi delle Gallerie d'Italia, mette a confronto i due protagonisti e rivali sulla scena ancora grandiosa di una Roma cosmopolita, dove ebbero modo di confrontarsi con i valori universali della classicità e dell’antico.
Ne parleremo stasera con Omar Cucciniello, storico dell'arte e conservatore presso la Galleria d'Arte Moderna, nonché uno dei curatori della mostra Canova. I volti ideali.
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