Immaginare il futuro è un atto visionario, ma è certamente anche un atto politico.
L'impegno attivo del presente si intreccia strettamente con la capacità di rappresentare la società e l'ambiente a venire, sono due funzioni complementari e senza l'una verrebbe meno in parte anche l'altra.
Ne sono convinti sia Extinction Rebellion che il Solarpunk, in un dialogo che hanno iniziato tra loro e continuano stasera in Scighera.
Le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion credono «nella pace, nella scienza, nell’altruismo, nella condivisione di conoscenza», ritengono «sia necessaria la disobbedienza civile nonviolenta affinché l’allarme lanciato dalla comunità scientifica possa essere ascoltato». Agiscono nel presente per immaginare il futuro.
Solarpunk è un genere letterario ed è un’estetica. È anche un movimento: immagina un futuro migliore e costruisce strategie operative per renderlo possibile.
«Il racconto sembra ancora il terreno di elezione del solarpunk attuale», con una «visione politica complessa e aperta, ma chiara: inclusiva, femminista, ecologista, utopista, anarchica, organicista.
Anticapitalista, antirazzista, antipatriarcale, antispecista».
Stasera ne parliamo con Lorenzo “Andy” Mandelli e Titus Dart per Extinction Rebellion, Giulia Abbate e Franco Ricciardiello di Solarpunk. Andrea Perin per la Scighera.
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