Dalle rogge e dalle marcite sale con lente volute la scighera. La scighera: ‘nebbia in Valpadana’ dei bollettini meteorologici. Così veniva chiamata con segreto affetto dai milanesi questa presenza costante, questo unico tratto che distingue la grande pianura. La scighera entra nella vita, negli androni delle case, bagna le barbe; pervade con i suoi inafferrabili disegni le paure, i sogni: l’immaginario collettivo. Noi crediamo nella qualità della scighera di mischiare il reale con il desiderio, in un gioco finalmente libero di ricomporre un quadro unitario. La Scighera è anche un’associazione nel quartiere Bovisa di Milano nel quale si ri-scopre la qualità della relazione tra individui, il piacere del bere e mangiare assieme, le mille forme di espressività del corpo e della mente che si parlano e si contaminano. Ecco, quando parliamo di cultura noi intendiamo tutto questo. Non produciamo cultura, la trasformiamo. E proprio in quello che altri considerano un limite sta la nostra forza: siamo degli impenitenti libertari che credono nella partecipazione e nella democrazia diretta, senza le quali si creano solo fredde e vuote scatole da riempire e non un appassionato progetto pulsante capace di mettere in gioco sfere diverse della nostra esistenza. Un’isola felice? Forse, ma non in mezzo al mare, né in un cascinale di campagna e neppure in cima a un monte: proprio qui, nella Milano operosa che odia la nebbia perché rallenta la circolazione e inceppa l’ingranaggio. Del resto, non inventiamo nulla, ci limitiamo a ricongiungerci alla grande tradizione delle osterie, dei caffè: luoghi di sotterranea elaborazione dei saperi, come tutte le avanguardie artistiche avevano già intuito. Sono solo chiacchiere da bar? Appunto...