"L'umorismo non è rassegnato ma ribelle", scrive Freud.
Tranquilli, niente lettino dell'analista, stasera entriamo nel laboratorio di chi scrive per far ridere. E parleremo di senso critico, coraggio e una buona dose di irriverenza (ovvero le caratteristiche necessarie per uno scrittore comico, secondo la grande Dorothy Parker).
Ridere è un atto arcaico, spesso legato alla rottura di schemi consueti, e la scrittura comica ha in sé una naturale disposizione alla trasformazione della realtà.
Comicità, umorismo, parodia, satira, nonsense hanno un denominatore comune: la capacità di giocare con il ribaltamento di uno stato di fatto. Forse per questo si dice che far ridere sia più difficile che fare piangere?
Sì, ma nella pratica, come funziona?
Con Francesco Muzzopappa, scrittore comico, parleremo dei suoi libri (Affari di famiglia, Una posizione scomoda), del suo lavoro sul nonsense (il blog Fiabe brevi che finiscono malissimo) e di altri autori a lui affini. Cercheremo di capire come nascono un testo e un personaggio comici, quali sono i meccanismi che fanno scattare la risata, quanto contano le riscritture e quanto scrivere per far ridere sia (anche) legato alla trasformazione del dolore.
http://fiabebrevichefinisconomalissimo.blogspot.it/
https://www.youtube.com/watch?v=MCfnWCyioqQ
La prima cosa a sparire quando un paese viene trasformato in uno stato totalitario è la commedia e i comici. Poiché le persone ridono di noi, non credo che capiscano davvero quanto siamo essenziali per la loro salute mentale (Groucho Marx)
Ingresso con tessera ARCI e sottoscrizione libera
