Il reportage è un mestiere con una profonda e radicata vocazione umanistica: come mestiere richiede continuità, applicazione e formazione; la sua vocazione vuole cultura, linguaggio, umanità, impegno verso l'uomo e il suo destino. Con questo io mi sento "engagé". È questo ciò che semplicemente cerco in una fotografia: un istante di umanità.
Ivo Saglietti nasce a Tolone nel 1948. Lavora come film-maker fino al 1978, anno in cui passa alla fotografia di reportage e si stabilisce a Parigi, dove inizia a collaborare con agenzie francesi e americane. Nel corso della sua attività realizza reportage, inchieste, pubblicazioni e missioni fotografiche in Salvador, Nicaragua, Cuba, Libano, Palestina, Cile, Colombia, Haiti, Uganda, Benin, Tanzania, Kosovo, Macedonia, Russia, Uzbekistan, Nigeria e Ghana. Ha la passione di raccontare, documentare per immagini. Catturare “istanti di umanità” coniugando Cartier-Bresson e Eugene Smith, suoi ispiratori iniziali, con la sua sensibilità sociale, l’interesse verso altri mondi. Il prodotto è un bianco e nero asciutto, vero, lontano da ogni estetizzazione, parlante senza retorica, risposta alle domande che pone alla realtà osservata. Per due volte vincitore del World Press Photo, del premio “Fotografi al servizio della pace e della giustizia”, del Grant della Fondazione Arte di Anversa, del Premio Enzo Baldoni 2006, del Taf Prize al Lucca Digitalphotofest nel 2006, i suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo.
Ingresso libero con tessera Arci.