Se cercate in libreria italiana un testo di Ursula Le Guin, scrittrice scomparsa il 22 gennaio di quest'anno, troverete probabilmente solo I reietti di un altro pianeta, lucida lettura della realizzazione di un'utopia anarchica e collettivista. È un romanzo molto coinvolgente, molto amato in ambiente libertario, ma che purtroppo da solo non può essere esemplificativo di tutta la sua produzione letteraria.
Ursula, nata nel 1929, scrisse numerosi e spesso premiati romanzi che rientrano nel genere Fantascienza e Fantasy (senza alcun problema di etichetta come invece la sua amica Atwood), lontani dai canoni machisti in voga al tempo e, purtroppo, spesso anche adesso.
Sono storie che affrontano scontri culturali piuttosto che battaglie tra civiltà, dove la soluzione viene trovata attraverso la mediazione e non con la lotta. Spesso i temi affrontano questioni legate alle divisioni sociali e frequentemente alle questioni di genere, presentate attraverso uno sguardo anarchico, radicale e femminista.
Stasera ne parliamo Nicoletta Vallorani, scrittrice e docente universitaria. Per la Scighera Barbara Bertoli.
“Sono in arrivo tempi duri e avremo bisogno delle voci di scrittori capaci di vedere alternative al modo in cui viviamo ora, capaci di vedere, di là di una società stretta dalla paura e dall’ossessione tecnologica, altri modi di essere e immaginare persino nuove basi per la speranza. Abbiamo bisogno di scrittori che si ricordino la libertà. Poeti, visionari, realisti di una realtà più grande.”
Ursula K. Le Guin, 2014