A scuola ci hanno sempre insegnato che lo stato, inteso come organizzazione sociale, è il culmine di un processo evolutivo che ha assicurato all'umanità pace e prosperità. E ci hanno spiegato che gli uomini che vivevano prima dello stato, i “primitivi” appunto, se la passavano assai male.
Ma siamo sicuri che sia così?
Andrea Staid, antropologo, nel suo ultimo libro I senza stato delle edizioni Bebèrt ci suggerisce uno sguardo diverso verso le società cosiddette primitive: analizzando la loro gestione del potere, l'economia e il concetto di debito, l'autore ci offre una prospettiva più articolata di queste organizzazioni sociali che, se erano in effetti primitive per sviluppo tecnogico, hanno proposto soluzioni differenti ai problemi che affrontiamo quotidianamente nelle società evolute e statali.
MEGLIO LIBRI presenta il volume insieme all'autore e a Paolo Finzi, direttore di A Rivista Anarchica, alla ricerca di spunti per poter ripensare l'organizzazione delle attuali società occidentali. Per la Scighera Andrea Perin.